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Payment Services Directive 2 (PSD2): la nuova direttiva europea sui pagamenti digitali

December 11, 2018

Un’evoluzione che sarà anche rivoluzione: molto probabilmente a breve potremo dimenticare carte di credito, bancomat e contanti. E al bar pagheremo un caffè attraverso Amazon o Google (i cosiddetti PISP – Payment Initiation Service Providers o in alternativa TPP – Third Party Providers). Come è possibile?

Payment Services Directive 2 (PSD2): cos’è e cosa prevede

A gennaio 2018 è entrata in vigore la normativa che cambia il mondo dei servizi finanziari e che forse, ancora più importante, apre le porte a nuovi soggetti come le Fintech (generalmente nuove imprese che erogano servizi finanziari attraverso le più avanzate tecnologie ICT). Con la direttiva della Payment Services Directive 2 (PSD2), che sarà completamente attuata entro la prima metà del 2019, l’Unione Europea ha espresso le sue indicazioni sui pagamenti elettronici. In pratica, i clienti delle banche potranno autorizzare alcuni fornitori di Servizi finanziari ad accedere ai conti correnti. E come si può intuire l’impatto sulle banche tradizionali sarà molto forte mettendo in risalto la necessità di adeguarsi per non rimanere al palo.

In parole semplici, la PSD2 introduce maggiore concorrenza sul mercato dei pagamenti ed è un’opportunità eccezionale per i player non tradizionali i quali potrebbero proporre servizi alternativi che fino ad oggi le banche non hanno offerto. Si può stare certi che i cosiddetti GAFA (Google, Amazon, Facebook, Apple) e i big del digitale si butteranno a capofitto in questa avventura che introduce il nuovo modello di Open Banking. È un’occasione ghiotta alla quale è impossibile resistere.

Open Banking: un nuovo modo di fare banca

L’Open Banking è di fatto un nuovo modo di fare banca che mette in discussione vecchie logiche e vecchi equilibri. Le nuove regole della PSD2 garantiscono una migliore protezione ai clienti on-line abbattendo i costi (commissioni più basse), garantendo maggiore privacy, promuovendo l’innovazione su Internet e i pagamenti in mobilità attraverso l’on-line banking. Solo per fare un esempio: se oggi per la registrazione a un nuovo sito viene proposta una formula di registrazione del tipo “accedi con Facebook o con Twitter o con Google”, grazie alla PSD2, i consumatori, tramite il loro conto corrente, saranno in grado di effettuare pagamenti utilizzando applicazioni realizzate dai TPP che potranno far dialogare in modo sicuro i sistemi di tutti gli attori che operano su tutta la filiera del payment. In altre parole, sarà per esempio possibile acquistare e pagare una canzone su iTunes interfacciandosi direttamente con la propria banca. Senza intermediari.

L’accesso ai dati del cliente è uno degli aspetti più rivoluzionari della PSD2. Dal punto di vista tecnologico si aggancia con le piattaforme di Big Data e Data Science del mondo bancario. Non a caso l’Osservatorio Big Data Analytics & Business Intelligence del Politecnico di Milano rileva la forte attenzione delle banche alle soluzioni Big Data affinché nuovi prodotti e nuovi servizi vengano confezionati attraverso un uso strategico e intelligente dei comportamenti, dei gusti e delle esigenze di ciascun cliente personalizzando le offerte e avvicinandole in modo più preciso alle richieste di ciascun consumatore.

Che cosa può succedere con l’Open Banking?

Nel 2017 i primi 50 gruppi bancari del mondo erano più o meno gli stessi di 10 anni fa; non si può dire la stessa cosa per esempio del settore telecomunicazioni dove 10 anni fa il top player era Nokia, oggi praticamente scomparsa. Nelle banche, almeno fino ad oggi, non ci sono state rivoluzioni che invece hanno scompaginato altri mercati. E si può stare certi che i clienti saranno disposti a cambiare banca se la propria non sarà in grado di offrire servizi tecnologici aggiornati. L’ingresso delle Fintech e la PSD2 costringeranno le banche tradizionali a trasformarsi profondamente per offrire ai propri clienti servizi al passo con i tempi.

A onor del vero qualche banca si è già mossa cercando alleanze proprio con le Fintech. Tra di esse Banca Sella che ha lanciato la propria piattaforma Open Banking, denominata Fabrick, con la quale mette a disposizione di imprese e startup la propria infrastruttura tecnologica dando la possibilità di utilizzare servizi e funzioni accessibili fino a poco tempo fa solo alla banca stessa. Operazione analoga è stata fatta da Intesa Sanpaolo entrata di recente nel capitale di una startup Fintech Oval Money. Quest’ultima propone un’applicazione, legata al conto corrente bancario e alla carta credito, che punta a fornire aggiornamenti e statistiche in tempo reale sulle abitudini di spesa dell’utente per aiutarlo a risparmiare. L’applicazione crea un “salvadanaio” digitale personale in cui finiscono automaticamente gli “spiccioli” di resto di ogni operazione. Gli utenti possono inoltre chiedere dei piccoli prestiti peer-to-peer ad altri utenti di Oval Money per emergenze, donazioni, regali o altre necessità e restituire la somma con micro pagamenti giornalieri. Un modo nuovo di organizzare il risparmio personale.

Non ci resta che attendere e vedere come si organizzeranno tutti gli attori in campo. L’importante è che il consumatore riceva il maggior beneficio possibile con servizi che siano innovativi e di costo sempre più competitivo.

Citel Group è attiva nel settore bancario con soluzioni che puntano a supportare la digitalizzazione dei processi aziendali, nel rispetto delle nuove normative vigenti e considerando il cambiamento nei comportamenti e nelle richieste dei clienti.

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