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L'intelligenza artificiale e l'arguzia dei linguisti creano la Napoli Valley

February 13, 2025

Fonte: Il Mattino – mercoledì 13 febbraio2025

di Mariagiovanna Capone

 

Chi investe nella tecnologia, sa bene che è un settore in continuo cambiamento e bisogna stare al passo coi tempi. Proprio quello che hanno fatto in Fiven, che in 25 anni ha saputo diversificarsi e adeguarsi alle richieste del mercato. Oggi, l'azienda fondata a Napoli fattura circa 30milioni di euro all'anno, e opera nel campo dell'Intelligenza Artificiale e dell'IT. A parlarcene è il CEO di Fiven, Valerio D'Angelo.


L'azienda ha mosso i primi passi nel 2000, all'inizio aveva una visione chiara del proprio futuro o il percorso è evoluto nel tempo?
«La nostra realtà imprenditoriale è nata dall'intuizione di mio padre, Fortunato D'Angelo, e fin da subito ha operato nel settore della system integration e dello sviluppo software. Tuttavia, come ogni impresa che si muove nel dominio della tecnologia, ci siamo trovati a dover cavalcare il cambiamento, anziché subirlo. Il momento di svolta è arrivato tra il 2000 e il 2015, quando siamo passati da una logica puramente incentrata sui servizi a un modello orientato alla creazione di soluzioni digitali. La vera audacia, però, è statala nostra decisione di investire nell'AI già nel 2015, un'epoca in cui era ancora considerata una frontiera inesplorata, acquisendo una startup. Oggi il nostro obiettivo è ancora più ambizioso non solo sviluppare strumenti tecnologici avanzati, ma trasformarci in un'azienda Al native, affinché non sia un semplice strumento, bensì l'architrave su cui costruire ogni processo. Questo significa investire continuamente in ricerca e sviluppo, circondandoci di talenti provenienti da ambiti diversi».

"Sono convinto che il capoluogo possa diventare riferimento internazionale unendo competenza e creatività".


Qual è la dimensione della sua realtà aziendale?

Oggi contiamo quasi 400 collaboratori, con la maggior parte del personale concentrata a Napoli, mentre altre sedi si trovano a Roma, Milano e Padova. La nostra è una realtà fortemente radicata nel Mezzogiorno, e proprio per questo poniamo grande attenzione alla valorizzazione del talento locale. Circa l'80% è composto da informatici e sviluppatori. Tuttavia, l'Al ha favorito l'inclusione di umanisti: abbiamo bisogno di linguisti, filosofi e studiosi della comunicazione per affinare le nostre tecnologie e renderle sempre più efficaci e naturali nell'interazione con l'utente. E per fare ciò, abbiamo intensificato le collaborazioni con le Università: abbiamo partnership consolidate con Federico II, Parthenpe, Università di Salerno e importanti realtà formative come Apple Academy e Digita Academy. Noi stessi abbiamo fondato Skill Factory, una nostra Academy che forma circa 300 persone all'anno. Alcuni entrano a far parte del nostro team, mentre altri trovano opportunità in aziende partner.

"Con Skill Factory investiamo sui talenti entrano nel team o in aziende partner cosi non devono lasciare il sud", dice D'Angelo.


Non si tratta solo di un investimento strategico, ma anche di un contributo concreto al territorio: vogliamo che i talenti del Sud abbiano l'opportunità direstare e crescere professionalmente senza dover trasferirsi altrove. Inoltre, Fiven è una delle poche realtà italiane specializzate nello sviluppo di algoritmi per la lingua italiana che ci consente di offrire soluzioni di Alcon un livello di comprensione linguistica e contestuale superiore, garantendo un vantaggio competitivo significativo».


Napoli Est si sta affermando come un polo tecnologico di rilievo. Pensa che possa diventare una vera e propria Technology Valley?
«Credo di sì, ma il potenziale è ancora parzialmente inespresso. L'area ha già compiuto passi da gigante, trasformandosi in un ecosistema fertile per l'innovazione. Tuttavia, affinché possa diventare un centro di riferimento su scala nazionale e internazionale, è necessario investire ulteriormente, sfruttando strumenti come le ZES e i fondi del PNRR. Abbiamo la creatività e il dinamismo necessari per attrarre nuove imprese e consolidare la crescita delle aziende esistenti. Napoli merita di più di un semplice distretto tecnologico può diventare un polo industriale iperspecializzato, capace di competere con i grandi hub dell'innovazione».


Obiettivi per il futuro?
«Puntiamo a una crescita strategica e mirata. Da un lato, intendiamo specializzarci ulteriormente in un numero ristretto di settori, affinando le nostre competenze e offrendo soluzioni sempre più avanzate. Dall'altro, stiamo valutando acquisizioni mirate di aziende, anche al di fuori della Campania, per potenziare la nostra offerta e consolidare la nostra posizione di leadership nell'ambito dell'AI. Non ci interessa una crescita puramente quantitativa. Vogliamo consolidare un modello di eccellenza, in cui la ricerca e lo sviluppo siano il fulcro della nostra evoluzione. L'innovazione non è solo un obiettivo, ma un processo continuo che richiede investimenti costanti e una visione chiara del futuro». 

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